Roma nera: tre omicidi in poche ore
Alemanno: è la criminalità organizzata
La prima vittima, un pensionato
di 62 anni, stava rincasando dopo
aver portato a spasso il suo cane
quando è stato freddato. In serata
le esecuzioni a Fiumicino e Anzio
di 62 anni, stava rincasando dopo
aver portato a spasso il suo cane
quando è stato freddato. In serata
le esecuzioni a Fiumicino e Anzio
ROMA
Due esecuzioni in un solo giorno a Roma e alle porte della capitale. Poi una sparatoria ad Anzio, sul litorale romano, che lascia a terra una persona morta e una ferita gravemente. In poche ore torna l’incubo di una Roma violenta, insanguinata dalla criminalità che regola i conti senza scrupoli, in strada o addirittura bussando alla porta della vittima. «Abbiamo vinto con la riduzione dei reati, della criminalità in strada e di lotta al degrado ma c’è un problema di attacco di criminalità organizzata nella città di Roma, che è nuovo e al quale bisogna reagire in maniera compatta» dice in serata il sindaco Gianni Alemanno.
Il primo delitto a Tor Sapienza, periferia est: ucciso un pensionato che portava a spasso i cani sotto casa. Nel pomeriggio a Focene, sul litorale alle porte della città, un 40enne con piccoli precedenti è stato freddato davanti alla sua abitazione, dove la moglie e il figlio hanno sentito lo sparo. Il killer di Pietro Rasseni ha bussato alla porta dell’abitazione e, quando la vittima ha aperto, lo ha freddato con un colpo alla testa. L’assassino sarebbe poi fuggito su un motorino. Al momento non si ipotizzano collegamenti tra i due casi. Poi, l’ultimo omicidio ad Anzio, dove i killer hanno sparato anche questa volta in strada, uccidendo una persona e riducendone in fin di vita un’altra.
Nel primo, l’assassino ha ucciso con un proiettile dritto alla fronte, uno sparo che fa sobbalzare dal letto gli inquilini del palazzo. I cani ancora al guinzaglio che abbaiano mentre il loro padrone finisce a terra, morto. Un’esecuzione in piena regola a Tor Sapienza, alle 7 di mattina. Claudio D’Andria, romano di 62 anni, ex custode e usciere dell’ufficio comunale del municipio di zona, ucciso sotto casa, in via Giorgio Morandi. D’Andria aveva portato i cani a spasso, come faceva tutti i giorni, a volte anche accompagnato da alcuni vicini. Oggi era solo. Ad aspettarlo, nascosto sotto il palazzo, c’era un uomo che si è avvicinato e gli ha puntato la pistola in faccia da vicino. Ha sparato e poi è scappato. La Squadra Mobile ha passato al setaccio il quartiere. Bussando ad ogni porta e da una strada all’altra. Testimonianze, orari, ipotesi, ricostruzioni sui trascorsi del 62enne. Il puzzle è ancora all’inizio, ma alcuni tasselli già ci sono. Tra tutti, le parole di un testimone chiave, che parla di un uomo visto allontanarsi da solo, dopo lo sparo, in un parco nelle vicinanze. Qualcuno invece parlava di persone che sono sfrecciate via su uno scooter, ma con il passare delle ore quest’ultima ipotesi sembra perdere forza. E poi c’è quella macchia sul passato di D’Andria - riferiscono gli investigatori -, un piccolo precedente per spaccio di droga. È proprio da quella vicenda che gli agenti sono partiti. Ma il percorso delle indagini non è scontato. L’uomo potrebbe avere avuto dei dissapori recenti e di sicuro l’omicidio è stato qualcosa di premeditato, di calcolato. Non è stata una lite estemporanea, ma al momento non ci sono elementi evidenti sul movente del delitto. Finora la sola traccia lasciata dal killer sul posto è quel bossolo di proiettile calibro 7,65. Unico e mortale. Un delitto che stride anche con il racconto dei vicini della vittima. «È sempre stata una persona riservata ma gentile», spiegano alcuni.
Da anni D’Andria era separato dalla moglie, con la quale aveva avuto una figlia, e viveva nell’appartamento di via Morandi con la madre anziana. Era in pensione da diversi mesi dopo aver lavorato come usciere e custode nel palazzo comunale dell’ex-V municipio. Tutti lo ricordano come «un signore distinto, ammirato soprattutto dalle donne per il suo aspetto e i suoi modi, e un romanista sfegatato». Il quartiere è sconvolto, ma non sembra neppure troppo sorpreso. «Qui ormai sembra terra di nessuno - dicono - e la gente non ne può più».