Quirinale, da oggi il via alle elezioni
Due sessioni, alle 10 e dopo le 15
Movimento 5 Stelle candida Rodotà, Sel lo appoggia. Il Pd si spacca su Marini. Civati: «Io non lo voto». Servono 672 voti
Montecitorio accoglie l'ultima sessione plenaria: è l'11 maggio 2006, è stato appena eletto Giorgio Napolitano (Ansa/Onorati)
Oggi è il primo giorno di votazioni per l'elezione del nuovo presidente della Repubblica. Ogni sessione di voto dura quattro-cinque ore, e la prima è fissata per le ore 10. In caso di mancata elezione al primo scrutinio, il secondo sarà intorno alle 15 o 15.30. Nel caso di mancata elezione entro venerdì le operazioni proseguiranno allo stesso ritmo anche nel fine settimana. Il settennato del presidente Giorgio Napolitano scade il prossimo 15 maggio.COME SI VOTA- Gli elettori sono 1007 (630 deputati, 319 senatori, 58 delegati delle Regioni: uno dalla Valle d'Aosta, tre da ogni altra regione). Nei primi tre scrutini occorre la maggioranza di due terzi, pari a 672 voti. Dalla quarta, eventuale, votazione (venerdì pomeriggio) basta la maggioranza assoluta, pari a 504 voti.
M5S PUNTA SU RODOTÀ - Il Movimento Cinque Stelle (162 voti) ha scelto il suo candidato per la presidenza: è l'ex Garante per la privacy Stefano Rodotà. Hanno infatti rinunciato alla candidatura i primi due delle «quirinarie», Milena Gabanelli e Gino Strada. Dal Friuli Beppe Grillo si è comunque mostrato scettico sia sul suo candidato sia su Marini: «Secondo me faranno presidente Giuliano Amato».
MARINI SPACCA IL CENTROSINISTRA - Mercoledì pomeriggio è stata raggiunta anche un'intesa di massima tra Pd e Pdl sul nome dell'ex presidente del Senato Franco Marini. Ma in serata il centrosinistra si è diviso. Nel corso di un'assemblea al teatro Capranica Sinistra e libertà ha lasciato la discussione, e Gennaro Migliore, capogruppo a Montecitorio, ha annunciato il sostegno a Rodotà: «Su Marini non c'è nessuna pregiudiziale, ma l'entusiasmo di Berlusconi fa pensare a un'ipotesi di governissimo». Durante l'assemblea solo 222 membri del Pd hanno votato a favore di Marini: 90, in prevalenza renziani, i contrari e 21 gli astenuti. Il sindaco di Firenze aveva già bocciato Marini qualche giorno fa. E lo ha ribadito mercoledì sera alle Invasioni Barbariche: ha definito la sua eventuale elezione «un dispetto al Paese».
APPELLO ALL'UNITÀ MA CIVATI SI SFILA - Il candidato, invece, giovedì mattina ha rivolto un appello all'unità: «È una battaglia dura e spero si possa fare bene. L'augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi - ha detto ai microfoni di Tgcom24 - Scissione? Ma quale scissione...». Ma il deputato Pd Giuseppe Civati, a SkyTg24, ha annunciato: «Il mio voto oggi sarà positivo e sarà per Stefano Rodota. Anche Renzi non voterà Marini», così come probabilmente «Puppato e Tabacci». Senza i renziani e senza Vendola, ma con l'appoggio di Pdl e Scelta Civica, Marini arriverebbe al massimo a 660 voti, quindi sotto la soglia del quorum richiesto nei primi tre scrutini.
APPELLO ALL'UNITÀ MA CIVATI SI SFILA - Il candidato, invece, giovedì mattina ha rivolto un appello all'unità: «È una battaglia dura e spero si possa fare bene. L'augurio è che il mio partito possa ritrovare una forte unità oggi - ha detto ai microfoni di Tgcom24 - Scissione? Ma quale scissione...». Ma il deputato Pd Giuseppe Civati, a SkyTg24, ha annunciato: «Il mio voto oggi sarà positivo e sarà per Stefano Rodota. Anche Renzi non voterà Marini», così come probabilmente «Puppato e Tabacci». Senza i renziani e senza Vendola, ma con l'appoggio di Pdl e Scelta Civica, Marini arriverebbe al massimo a 660 voti, quindi sotto la soglia del quorum richiesto nei primi tre scrutini.
«NEMMENO LE INTESINE» - Intanto, continua Civati, «se questo doveva essere un presidente condiviso qui non siamo riusciti neanche a fare le intesine tra di noi. Fermiamoci. Ieri sera c'è stata un'assemblea assurda andata avanti a botte di maggioranza».