Santanchè alla Camera, il voto potrebbe slittare
Scelta Civica chiede il rinvio. Brunetta: «Può essere deciso». Il Pd opta per la scheda bianca. Timori per la tenuta della maggioranza
MAGGIORANZA A RISCHIO? - L'elezione della Santanchè, rischia di diventare il banco di prova per la tenuta della maggioranza. La «pasionaria» del Pdl è la candidata ufficiale del partito di Berlusconi, e ieri il segretario del partito, Angelino Alfano, era stato chiaro sul fatto che non ci sono alternative. Ma che la sua elezione - in agenda per oggi alle 14 - rischiasse di diventare un caso politico, lo si era compreso nel momento in cui il Pd aveva deciso per la «scheda bianca». Per evitare che un'eventuale bocciatura possa essere attribuita ai Democratici, hanno detto dall'entourage del capogruppo a Montecitorio. Ma anche perché il nome non piace a una parte del Pd, come quella che fa riferimento a Pippo Civati. Il deputato ha creato un hashtag su Twitter (#santancheno) e sul suo blog scrive: «Se volete la mia personalissima opinione, una vicepresidente che tira ogni giorno su tutto e tutti, e non ha problemi ad attaccare il governo ogni volta che non fa quello che dice Silvio, non è proprio l'ideale nemmeno per le larghe intese». La decisione del Pd di non appoggiare Santanchè arriva in realtà dopo una lunga querelle interna, determinata dall'indisponibilità manifestata da diversi «democrat».
RINVIO - : «La votazione prevista per oggi alla Camera sul vicepresidente dell'Aula - sostiene - rischia di creare una situazione delicata sia sul piano istituzionale che su quello politico. Secondo prassi e buon senso i gruppi parlamentari, diversi da quello chiamato a esprimere il candidato, dovrebbero astenersi: ma già Sel e M5s hanno annunciato che voteranno un loro candidato, probabilmente unitario. Se questa posizione dovesse prevalere nel voto, si determinerebbe un ufficio di presidenza assolutamente squilibrato rispetto ai gruppi parlamentari presenti in Aula e totalmente incongruo rispetto all'equilibrio politico della Camera». Scelta Civica «pesa» 47 voti a Montecitorio.
LEGA - Nessuna certezza anche sul voto della Lega, i cui 20 deputati hanno recentemente sostenuto l'ostruzionismo parlamentare dei deputati a Cinque stelle.
CINQUE STELLE - I Cinque Stelle hanno invece confermato che non faranno accordi con la sinistra e che il nome scelto per l'elezione a vicepresidente della Camera è quello di Francesca Businarolo. «Ma aspettiamo le proposte e le decisioni degli altri e valuteremo cosa fare. La scheda bianca non serve a prendere decisioni e restiamo in aula. Gli altri che fanno?», ha scritto su Facebook Luigi Di Maio, deputato 5 stelle e vicepresidente della Camera.
Quanto al deputato segretario che spetta al Pd, non sarà votatoFrancantonio Genovese, il più votato alle primarie del partito in Sicilia che a Messina ha visto il proprio candidato sindaco sconfitto al ballottaggio. Il passo indietro è stato determinato soprattutto da un'indagine che lo riguarda sui finanziamenti per la formazione professionale regionale in Sicilia per il periodo che va dal 2007 al 2013. I democratici potrebbero far convergere i loro voti su Enrico Gasbarra o suGiovanni Sanga.
Quanto al deputato segretario che spetta al Pd, non sarà votatoFrancantonio Genovese, il più votato alle primarie del partito in Sicilia che a Messina ha visto il proprio candidato sindaco sconfitto al ballottaggio. Il passo indietro è stato determinato soprattutto da un'indagine che lo riguarda sui finanziamenti per la formazione professionale regionale in Sicilia per il periodo che va dal 2007 al 2013. I democratici potrebbero far convergere i loro voti su Enrico Gasbarra o suGiovanni Sanga.
I VOTI DEL PDL - Santanchè, quindi, può ufficialmente puntare solo sui voti del Pdl, che sono 97. Numeri teoricamente sufficienti per farla eleggere a meno che non entrino in azione i temuti franchi tiratori interni al suo partito: «malpancisti» che non intenderebbero sostenerla e che approfitterebbero del voto segreto per silurare la fedelissima del Cav. In molti, all'interno del partito, preferirebbero una figura più «moderata», in linea con lo spirito delle larghe intese che vede la coabitazione di Pd e Pdl.