ROMA - Addio iPhone unico: il Melafonino del futuro sarà in più versioni e addirittura multicolore. In un futuro già prossimo, secondo le ultime indiscrezioni pubblicate dall'autorevole agenzia Reuters a conferenza degli sviluppatori Apple ancora in corso, già a fine giugno dovrebbe partire la produzione del famigerato iPhone low cost, con un modello (probabilmente destinato solo ai Mercati emergenti, India e Cina su tutti) da soli 99 dollari.
Reuters, citando fonti «bene informate» - ipotizza il lancio entro l'autunno di questo iPhone economico realizzato interamente in plastica e di diversi colori, gli stessi degli attuali bumper (le cover originali Apple), proprio per differenziarlo dalla versione più costosa nei tradizionali bianco e nero. Quasi un “iPhone giocattolo”, con Cupertino che a quanto pare starebbe faticando proprio nell'assemblaggio: difficile abbattere così radicalmente i costi di produzione mantenendo la qualità sugli altissimi standard fissati da Steve Jobs.
E pensare che proprio lui, il fondatore e storico guru del “Think Different”, si era sempre opposto all'abbandono del modello unico, puntando sulla dimensione standard dello schermo (per lui 3,5 pollici) per la gioia degli sviluppatori e sull'uscita di una versione totalmente aggiornata (quindi 3GS e 4S esclusi) ogni due anni, con un occhio alla fedeltà del consumatore, messo al riparo da ogni rischio di svalutazione del suo smartphone.
Bene, è notizia di oggi che il nuovo Ceo Tim Cook starebbe per compiere il tradimento di Jobs: in cantiere a Cupertino ci sarebbero infatti anche due iPhone maxi, uno con display da 4,7 pollici (contro i 4 attuali) e addirittura un altro da 5,7, praticamente un phablet, cioè un incrocio tra smartphone e tablet.
In mezzo a tutto questo sull'unica cosa certa, cioè l'uscita secondo tradizione di un nuovo modello classico di Melafonino (ora toccherebbe al 5S) in autunno, le indiscrezioni languono tristemente: rispetto al suo predecessore, si parla dell'introduzione della tecnologia per il riconoscimento delle impronte digitali. Pochino, rispetto alle rivoluzioni a cui ci aveva abituato Steve Jobs. Prima innovatori, ora all'inseguimento di Samsung. Tempi che cambiano.
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