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mercoledì 9 maggio 2012

Hiv, un sieropositivo su quattro non sa di essere infetto da "il SOLE 24 ore"


Hiv, un sieropositivo
su quattro non sa
di essere infetto

In Italia un sieropositivo su 4 non sa di esserlo. A fornire il dato è stato Stefano Vella, direttore del Dipartimento del farmaco dell'Istituto Superiore di Sanità, intervenuto al convegno "Hiv e Hcv: due storie parallele, le sfide del futuro", svoltosi ieri a Roma. "C'e' ancora un preoccupante problema di non conoscenza – ha sottolineato Vella - di sottovalutazione del rischio: un paradosso, se pensiamo a un virus che per 30 anni e' stato sotto i riflettori".

Nel corso di questi decenni l'infezione è passata dall'essere un'emergenza al rappresentare un problema di tipo cronico. Ne Bel Paese le persone affette da Hiv sono stimate tra le 170 e le 180 mila. Di queste, ad avere a che fare con l'Aids sono ben in 40 mila. A fronte di questa situazione, gli esperti convenuti all'incontro hanno sottolineato che mentre il settore privato continua a portare avanti la battaglia contro questo e un altro virus – quello dell'epatite c (Hcv), con cui deve avere a che fare il 30% dei malati di Aids -, è necessario "che chi governa capisca che si tratta di un percorso lungo, oneroso e non privo di rischi".

Secondo Vella nei prossimi 10 anni l'Aids potrebbe rientrare nel numero delle malattie che è possibile sconfiggere, a patto che gli studi non si limitino solo a cercare nuove molecole per il trattamento dell'ifezione. “Bisogna mettere in atto nuove strategie, studiare nuovi farmaci e combinare diversamente quelli a disposizione – ha sottolineato il medico -. È uno scenario nuovo quello del paziente cronico e dobbiamo saperci adattare. Abbiamo capito che il virus deve essere stanato da dentro le cellule. Per questo oltre alle terapie bisognerà chiedere aiuto all'ingegneria genetica”.
di Silvia Soligon (09/05/2012)

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