Nigeria, commando irrompe in campus
Almeno 25 gli studenti massacrati
"Li hanno chiamati per nome e poi li hanno uccisi". Testimonianze a poche ore dalla strage di studenti, avvenuta ad opera di un commando all'interno di un campus del Politecnico federale a Mubi, in Nigeria.
Una mattanza avvenuta a pochi giorni dall'uccisione di un capo del gruppo fondamentalista islamico dei Boko Haram e dall'arresto di oltre 150 presunti membri della stessa organizzazione, sempre nella stessa zona. La strage però, secondo fonti della sicurezza, potrebbe essere legata a una disputa interna sulle elezioni universitarie e non ai miliziani islamici, particolarmente attivi nel vicino Stato di Borno, anche se le forze di sicurezza non escludono alcuna ipotesi. Si erano da poco concluse le celebrazioni per la festa dell'indipendenza della Nigeria, quando un gruppo di uomini armati si è introdotto nel campus e ha aperto il fuoco massacrando almeno 25 persone, in maggioranza studenti. "Gli assalitori hanno chiamato con nome e cognome le loro vittime", ha spiegato Mohammed Ibrahim, portavoce della polizia dello Stato di Adamawa - scrive la Bbc online - e tutto ciò fa pensare a una vera e propria esecuzione. Secondo la stessa fonte, ventidue delle 25 vittime sono studenti, mentre le altre sono due guardie di sicurezza e un uomo residente nella zona. Agghiacciante la ricostruzione fatta da un altro testimone: ha riferito che "uomini in tenuta militare" sono penetrati nella hall del campus universitario poco prima della mezzanotte, e hanno ordinato agli studenti di uscire dalle loro camere e di presentarsi con il loro nome. Molte delle vittime - ha riferito la stessa fonte - hanno ferite da arma da fuoco, mentre altre sono state colpite con coltelli. Tra le persone massacrate si contano sia cristiani, sia musulmani. A lasciare sbigottiti gli inquirenti è in particolare l'alto numero delle vittime: gli investigatori non si spiegano infatti come una disputa interna all'ateneo, seppur politica, possa avere portato a una strage di questo tipo. I sospetti nei confronti della setta islamica non vengono dunque completamente esclusi. E stasera le autorità ha deciso un coprifuoco a tempo indeterminato in tutta la città di Mubi. D'altronde lo Stato di Adamawa è posto geograficamente a metà strada tra le regioni settentrionali del Paese - a maggioranza musulmana - e il sud, cristiano e animista. Si tratta insomma di una sorta di Stato 'cuscinettò, dove si incontrano le due facce della Nigeria e dove sono sempre più frequenti gli attacchi dei fondamentalisti islamici. Nei blitz sanguinosi condotti dal 2010 in poi dalla setta dei Boko Haram, secondo Human Right Watch, sono morte più di 1.400 persone.
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