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mercoledì 23 gennaio 2013

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L'olio di cucina cinese fa volare l'aereo

Un progetto per ricavare, dalla trasformazione degli scarti, il biocombustibile del futuro

Immergono nell'olio il pollo, gli involtini primavera e perfino il gelato. I cinesi sono noti per il ricorso massiccio alla frittura nella propria tradizione culinaria. Quest'abitudine gastronomica potrebbe rivelarsi un asso nella manica anche dal punto di vista ambientale. Allo studio, infatti, la conversione degli scarti dell'olio da cucina in un componente per biocarburante sostenibile per l'aviazione. Questo l'obiettivo di un centro tecnologico di recente costituzione creato da Boeing eCommercial aircraft corp of China (Comac) ha annunciato che Hangzhou energy engineering & technology dirigerà il primo progetto di ricerca del centro.

In corso studi di fattibilità

Il progetto punta a identificare i contaminanti nello scarto dell'olio da cucina, spesso definito in Cina "olio spazzatura", e i processi che possono trattarlo e ripulirlo per l'uso come carburante per aerei. Durante il primo anno, il focus del progetto sarà dimostrare la fattibilità e la convenienza economica dell'operazione.

Un grande potenziale

Qin Fuguang, presidente del centro di ricerca Bastri, membro di Comac, ha dichiarato: "La Cina è il mercato aeronautico in crescita più veloce al mondo e il più grande consumatore di olio da cucina. C'è un grande potenziale per convertire lo scarto dell'olio da cucina in carburante sostenibile per l'aviazione".
In Cina ogni anno si consumano circa 29 milioni di tonnellate di olio da cucina, mentre il trasporto aereo cinese utilizza 20 milioni di tonnellate di carburante. Trovare modi più efficienti per trasformare l'olio di scarto in carburante per l'aviazione potrebbe aumentare la fornitura di biocarburanti a livello regionale e aumentare la disponibilità del combustibile in commercio .

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