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martedì 26 febbraio 2013

http://www.corriere.it-ngroia fuori dal Parlamento, contro Bersani: «Dovrebbe dimettersi»


Ingroia fuori dal Parlamento,
contro Bersani: «Dovrebbe dimettersi»

Rivoluzione Civile non supera lo sbarramento. Fuori dal Parlamento anche «Fare» di Oscar Giannino

Mentre l'Italia attende le percentuali definite dei maggiori partiti su Senato e Camera, due risultati sono certi: la debacle delle liste di Antonio Ingroia e di Oscar Giannino.
Antonio Ingroia (Ansa)Antonio Ingroia (Ansa)
SOTTO LO SBARRAMENTO- Il primo risultato impietoso è quello di Rivoluzione Civile. La lista del magistrato siciliano si attesta al Senato attorno all'1.7% . Un dato che non permetterebbe a nessuno dei candidati di Rivoluzione civile di entrare a Palazzo Madama: lo sbarramento per partiti e liste che si presentano da soli è infatti all'8%. Percentuali per niente incoraggianti anche alla Camera dove l'asticella dello sbarramento è al 4%: Rc si attesta al 2,25%.
L'ATTACCO A BERSANI - Dopo un lungo pomeriggio «no comment», nella serata di lunedì il primo commento di Ingroia sui risultati è un attacco al leader pd. «Ritengo che, come si fa nei paesi civili, i capi delle coalizioni che perdono dovrebbero dimettersi». E ancora: «Il centrosinistra ha perso: o ha consegnato il Paese al centrodestra o lo ha consegnato all'ingovernabilità», ha detto il capolista di Rivoluzione Civile. «Il centrosinistra e il leader del Pd, Bersani, hanno avuto un'opportunità di confronto e dialogo con noi, ma non c'è stata alcuna risposta: a conti fatti se Bersani avesse aperto a noi avrebbe vinto al Senato, questi sono risultati che portano la responsabilità di chi ha fatto queste scelte. Per quanto ci riguarda sapevamo - ha concluso - che era un'impresa difficile». «Non torno in Guatemala, resto qui», ha aggiunto anche.
E GIANNINO SI SCUSA - Percentuali spietate anche quelle conquistate da «Fare per fermare il declino»: al Senato la lista di Giannino si attesta allo 0,90%, mentre alla Camera conquista l'1,12% dei voti. «In ogni caso, io devo chiedere ancora e sempre scusa a tutti e innanzitutto agli elettori di Fare2013», scrive a caldo via Twitter il leader del partito Oscar Giannino, dimessosi mercoledì scorso a seguito dello scandalo su un suo master a Chicago vantato e mai conseguito. Mentre la coordinatrice nazionale, Silvia Enrico, rivela: «Ho sentito Oscar Giannino. Mi ha detto quello che pensano tutti i militanti di Fare. Pensavamo ad un risultato diverso, il 4% o almeno un 2-3%».

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