Occhiali e orologi intelligenti: ecco come cambia la vita con l'internet delle cose
I titani delle tecnologie esplorano frontiere per ampliare i loro confini e accelerare il passo sui rivali. I Google Glass saranno acquistabili in anteprima dai vincitori di un concorso lanciato sui social network. Secondo alcune voci Apple produrrà un dispositivo da indossare sul polso già chiamato "iWatch" e con sistema operativo iOs. E indiscrezioni trapelate da siti online di informazione rivelano che anche Samsung ha in cantiere un orologio intelligente. La competizione parallela tra i colossi è nella capacità di attrarre startup e imprese per costruire una nuova generazione di applicazioni software capaci di integrarsi con l'uso degli occhiali intelligenti e degli smart watch. Inoltre accanto all'elettronica indossabile emerge una galassia di oggetti connessi a internet.
I laboratori di ricerca sono un motore di innovazione. All'inizio è stato Sergey Brin, fondatore di Google con Larry Page, a seguire l'evoluzione del prototipo dei Google Glass all'interno degli edifici dell'X Lab dell'azienda californiana: di recente gli occhiali intelligenti sono arrivati tra le mani dei primi sviluppatori software impegnati a immaginare come saranno utilizzati dalle persone che li indosseranno. Al momento, ad esempio, rispondono a comandi vocali e permettono di consultare messaggi email. Secondo indiscrezioni, invece, Apple ha una squadra di cento unità dedicata alla progettazione di un dispositivo che avvolge il polso: adopera anche un vetro flessibile che può spingere ai limiti le possibilità dell'ingegneria dei materiali. Samsung, sostengono alcune voci, punta a battere sul tempo l'azienda di Cupertino e a lanciare un suo smart watch a breve.
All'ultima fiera Ces di Las Vegas i riflettori erano puntati sugli orologi intelligenti connessi a internet, ad esempio attraverso un collegamento Bluetooth con uno smartphone. Nella città del Nevada ha debuttato l'italiano I'm watch dotato di Android. Ma erano sul palcoscenico anche braccialetti in grado di misurare parametri fisiologici, come il battito cardiaco e la pressione: i dati vengono poi visualizzati sugli schermi dei dispositivi connessi. Oppure si moltiplicano i contapassi intelligenti. Fitbit, ad esempio, rileva i percorsi quotidiani di chi è impegnato in attività sportive. Un pioniere in Italia dell'elettronica indossabile è stata Eurotech con il computer indossabile Zypad.
Sono tutte piattaforme tecnologiche in grado di alimentare applicazioni software per vedere i dati rilevati e abilitare anche l'auto-monitoraggio degli utenti. È un processo chiamato quantified self. Dove il duello è tra startup e imprese nella capacità di capire le esigenze delle persone e di trasformarle in apps o siti web. Nike, ad esempio, ha costruito un intero ecosistema che comprende un braccialetto, un contapassi e anche scarpe dotate di sensori di movimento: gli utenti possono gareggiare in una community e condividere i loro risultati nei social network.
Quello dell'elettronica indossabile (wearable electronics, in lingua inglese) è un frammento dell'internet delle cose (internet of things) che coinvolge una schiera crescente di oggetti connessi. Non esistono confini predeterminati. Ma sono già sul mercato non poche tecnologie. Possono includere le stampanti 3D, droni in volo da pilotare a distanza, oppure piccoli dispositivi grandi quanto un pacchetto di fazzoletti e integrati con un'ampia gamma di sensori. Una startup italiana ha varato Ego! Smartmouse: è un mouse intelligente collegato con un archivio cloud. A trainare la creatività per l'internet delle cose sono inoltre gli spazi di crowdfunding dove i progetti innovativi possono trovare finanziamenti grazie ai versamenti di piccole somme di denaro da parte degli utenti.
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