PRISM, ecco come gli USA usano Google, Facebook e Skype per spiare gli utenti
Il programma governativo, cominciato nel 2007, consentirebbe all'intelligence americana di accedere ai server di Facebook, Google, Microsoft, Apple, Skype etc. senza bisogno di alcun mandato. Uno scandalo senza precedenti
Credits: abracapocus_pocucadabra @ Flickr
di Fabio Deotto
Un sistema di sorveglianza di massa, capace di attingere alle tue ricerche, alle tue foto, ai video che hai postato e guardato, al contenuto delle tue mail; un dipartimento governativo dal nome velato di mistero (PRISM) che, con il beneplacito del Presidente USA e delle leggi americani, dal 2007 si occupa di saccheggiare i server di Google, Facebook, Microsoft, Apple, YouTube, Yahoo, e chi più ne ha più ne metta, senza dover nemmeno sventolare un pezzo di carta.
Sembra la cornice distopica di un qualsiasi romanzo cyber-punk degli anni ’90, e invece è lo scenario che emerge da un file .ppt reperito dal quotidiano britannico Guardian, una presentazione top secret da 41 slide che verrebbe utilizzata per addestrare i membri dell’intelligence sul funzionamento del programma.
Introdotto nel 2007 sotto la presidenza di George W. Bush e rinnovato dall’amministrazione Obama nel 2012, PRISM è un programma controllato dalla National Security Agencyamericana e dall’FBI e, stando a quanto rivelato dal Guardian, negli ultimi 6 anni avrebbe coinvolto tutti i maggiori attori del mondo hi-tech e mobile. La prima azienda ad essere coinvolta nel programma è stata Microsoft, seguita nel 2008 da Yahoo, e poi da Google, Facebook, YouTube, Skype, AOL e, nel 2012,Apple. Ufficialmente, PRISM funzionerebbe in collaborazione con queste compagnie, che però negano in blocco qualsivoglia coinvolgimento nel programma.
“Non abbiamo mai sentito parlare di PRISM” fanno sapere da Apple. “Non consentiamo ad alcuna organizzazione governativa di avere accesso diretto ai nostri server” è la risposta categorica di Facebook. “Forniamo data al governo solamente in accordo con la legge” spiegano da Google “Ognuna delle richieste viene analizzata attentamente. Ma Google non ha alcun ‘ingresso di servizio’ che consenta al governo di accedere ai dati privati degli utenti.” Reazioni analoghe arrivano da Microsoft e dalle altre aziende coinvolte nello scandalo: non ne sappiamo nulla, nessuno può accedere direttamente ai nostri server, forniamo dati solo a fronte di formale richiesta.
C’è chi è convinto che i grandi colossi del Web stiano facendo orecchie da mercante, mentre per alcuni analisti è possibile che Facebook, Google e compagnia fossero davvero all’oscuro di tutto (anche se ci vuole davvero tanta forza di volontà a immaginare che Big G si faccia svuotare il granaio mentre è di spalle).
La presentazione scovata dal Guardian risalirebbe allo scorso aprile, e apre un’inedita finestra su un sistema di sorveglianza che, se confermato, risulterebbe non troppo lontano dai programmi di controllo di massa descritti nei romanzi cyber-punk citati a inizio articolo. PRISM sarebbe stato lanciato con lo specifico obiettivo di controllare gli stranieri presenti sul territorio americano, al fine di prevenire e scongiurare possibili attacchi terroristici. In realtà, a quanto pare nelle maglie del sistema PRISM finirebbe di tutto, dalle conversazioni Skype alle singole telefonate, di cittadini americani e non.
La notizia, deflagrata in queste ore nel Web seminando focolai di polemiche che stenteranno a spegnersi per settimane, va a inserirsi nel solco ancora fresco di un altro scandalo: solo ieri si era appresa la notizia che la NSA stesse controllando le telefonate di milioni di cittadini americani clienti Verizon.
A giudicare dall’attendibilità delle fonti e dal momentaneo silenzio delle autorità coinvolte, il Guardian ha scoperchiato un tombino bello grosso. A presto nuovi aggiornamenti.
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