[ZEUS News - www.zeusnews.it - 08-10-2013]
Anche l'Italia ha il suo Wikileaks: si chiamaIrpileaks ed è nato dalla collaborazione tra il Centro Studi Hermes per la trasparenza e i diritti umani in rete e l'IRPI, l'Investigative Reporting Project Italy.
Irpileaks è una piattaforma tramite la quale è possibile inviare a IRPI segnalazioni anonime per fornire il materiale di partenza per inchieste giornalistiche.
L'IRPI è un progetto di recente fondazione dedicato esclusivamente al giornalismo d'inchiesta e, con il debutto di questa piattaforma, conta di riuscire a ottenere nuove informazioni da chi è a conoscenza di fatti importanti ma teme le conseguenze che subirebbe se si venisse a sapere che "ha fatto la spia".Irpileaks pone infatti un'attenzione speciale verso l'anonimato delle fonti: infatti - come spiegano le istruzioni pubblicate sul sito di IRPI - è accessibile unicamente attraverso TOR e in particolare adoperando il Tor Browser, già configurato per adoperare il router anonimo, per accedere a un indirizzo .onion.
La piattaforma si appoggia poi al software Globaleaks, creato dal Centro Hermes, che permette di informare i giornalisti rimanendo anonimi e protetti. Lorenzo Bodrero, coordinatore di Irpileaks, spiega:«Nel giornalismo investigativo la figura del leaker, cioè della "gola profonda" è fondamentale: in alcuni casi solo i "leaks" di persone coraggiose possono rivelare comportamenti scorretti di politici o uomini di potere o tentativi di insabbiare informazioni importanti per la cittadinanza. I whistleblower, conosciuti in italiano come "vedette civiche", possono giocare un ruolo fondamentale per quei giornalisti che agiscono come "cani da guardia" della democrazia, tanto più se parliamo di una democrazia alle volte corrotta e ad alto rischio di infiltrazione mafiosa come quella italiana».
Per quanto riguarda la veridicità delle informazioni fornite anonimamente, è IRPI stessa a garantire: «Non esiste grande "leak" che non abbia avuto, prima della sua presentazione al pubblico, un grande lavoro giornalistico di "fact-checking" alle spalle» spiegano gli autori del progetto.
Ciò varrà anche e ancor più per le segnalazioni inviate tramite Irpileaks, che verranno tutte verificate prima della pubblicazione: «solo le segnalazioni ritenute di interesse pubblico verranno affrontate e presentate sotto forma di inchieste giornalistiche da veicolare attraverso i media mainstream».
Per sostenere il progetto è anche stata lanciata una campagna di raccolta fondi su Indiegogo: il denaro raccolto servirà a coprire i costi di base, come il noleggio del server sicuro su cui poggia la piattaforma e le spese promozionali per pubblicizzare l'iniziativa.
Irpileaks è una piattaforma tramite la quale è possibile inviare a IRPI segnalazioni anonime per fornire il materiale di partenza per inchieste giornalistiche.
La piattaforma si appoggia poi al software Globaleaks, creato dal Centro Hermes, che permette di informare i giornalisti rimanendo anonimi e protetti. Lorenzo Bodrero, coordinatore di Irpileaks, spiega:«Nel giornalismo investigativo la figura del leaker, cioè della "gola profonda" è fondamentale: in alcuni casi solo i "leaks" di persone coraggiose possono rivelare comportamenti scorretti di politici o uomini di potere o tentativi di insabbiare informazioni importanti per la cittadinanza. I whistleblower, conosciuti in italiano come "vedette civiche", possono giocare un ruolo fondamentale per quei giornalisti che agiscono come "cani da guardia" della democrazia, tanto più se parliamo di una democrazia alle volte corrotta e ad alto rischio di infiltrazione mafiosa come quella italiana».
Per quanto riguarda la veridicità delle informazioni fornite anonimamente, è IRPI stessa a garantire: «Non esiste grande "leak" che non abbia avuto, prima della sua presentazione al pubblico, un grande lavoro giornalistico di "fact-checking" alle spalle» spiegano gli autori del progetto.
Ciò varrà anche e ancor più per le segnalazioni inviate tramite Irpileaks, che verranno tutte verificate prima della pubblicazione: «solo le segnalazioni ritenute di interesse pubblico verranno affrontate e presentate sotto forma di inchieste giornalistiche da veicolare attraverso i media mainstream».
Per sostenere il progetto è anche stata lanciata una campagna di raccolta fondi su Indiegogo: il denaro raccolto servirà a coprire i costi di base, come il noleggio del server sicuro su cui poggia la piattaforma e le spese promozionali per pubblicizzare l'iniziativa.
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