Mose, nel "sistema Galan"
spunta anche Giulio Tremonti
A Venezia si prepara una settimana decisiva per l'inchiesta che ha sconquassato la città lagunare tra fondi neri e sprechi per centinaia e centinaia di milioni, mazzette, finanziamenti illeciti e assunzioni stile parentopoli. Una rete di malaffare, una cricca politico-imprenditoriale che andava avanti da una decina d’anni con numeri da capogiro: 35 arrestati (dieci ai domiciliari), un centinaio di indagati per reati che vanno dalla corruzione alla frode fiscale passando per il finanziamento illecito ai partiti, con un giro di tangenti e affari illeciti tra i 20-25 milioni di euro. La Guardia di Finanza ha sequestrato a titolo preventivo beni per 40 milioni tra cui la villa e le barche di Galan e opere d’arte (quadri di Canaletto).
INCHIESTA | Mazzette per politici e magistrati
GIP | «Stipendiati per "oliare"»
IL VIDEO | La prima volta del Mose
Le fonti di prova sono accertamenti bancari, la scoperta di fondi neri su conti esteri, pedinamenti, intercettazioni ma soprattutto i verbali dei costruttori e dei responsabili del Consorzio Venezia Nuova, da Giovanni Mazzacurati, dominus e regista del sistema di tangenti basato sul principio ferreo che tutti hanno prezzo, dai politici a chi ha funzioni di controllo (magistrati e Guardia di finanza). Basta pagare.
Ma in attesa dei nuovi verbali, di nuove rivelazioni o, come dicono sia Orsoni che Galan respingendo ogni accusa, «di fare chiarezza», dalle circa 400 pagine della richiesta di custodia cautelare emergono già nuovi filoni di indagine. Il numero degli omissis nei verbali alimenta l’idea di prossimi sviluppi di indagine. Magari presso altre procure.
Il sistema Galan, ad esempio, fa già intravedere nuovi sviluppi. Per fare cassa in modo illecito e sfuggire ai controlli, entrava con prestanome nelle società che lavoravano all'interno del Consorzio Venezia Nuova incassando la percentuale sugli utili sui lavori per il Mose. L’ex governatore e uomo di punta di Forza Italia avrebbe così incassato circa 5 milioni di euro. Corrotti e corruttori in un solo corpo. L’ex segretaria di Galan Claudia Minutillo, detta anche la Dama nera, era diventata il vertice di un triangolo Galan-Chisso-Minutillo. In un interrogatorio Minutillo, dice che «Baita decise di assegnare delle quote di Adria infrastrutture a Galan e Chisso attraverso dei prestanome. Una attraverso la Pvp di Padova, che fa riferimento a Paolo Venuti, amico e uomo di Galan». Chisso aveva il 5 per cento di Adria e Galan il 7 per cento. La Finanza ha trovato tracce di investimenti in Croazia e in Indonesia.
I tre pm veneziani Ancillotto, Bucini e Tonino e la Guardia di finanza stanno tirando anche un altro filo dell’inchiesta, quello che porta dritto al ministero delle Finanze e a una parte precisa della Guardia di finanza. L’arresto del generale Emilio Spaziante (corruzione) e la richiesta di arresto (respinta dal gip) di Marco Milanese (ex della GdF prima dell’avventura politica e parlamentare nel Pdl accanto a Tremonti di cui è stato il consigliere politico) è una storia ancora tutta da scrivere.
Secondo la Minutillo, in particolare, l’ex ministro dell’economia sarebbe stato tra i destinatari delle somme raccolte da Giovanni Mazzacurati e in particolare di una supermazzetta da mezzo milione di euro.
A Spaziante al momento è contestata l’offerta di due milioni e mezzo di euro per congelare alcuni controlli sul CvN in corso proprio da parte dei suoi stessi uomini a Venezia. Milanese ne ha incassati 500 mila per aver liberato un finanziamento Cipe di 600 mila euro destinati al CvN e che era stato bloccato. Il punto è che sono stati perquisiti altri due alti ufficiali delle Fiamme Gialle. I finanzieri hanno bussato a casa di Mario Forchetti, generale di Corpo d’armata in congedo, che dalla primavera 2013 il governatore Roberto Maroni ha promosso controllore degli appalti in Lombardia, alla guida cioè del Comitato regionale per la trasparenza degli appalti. In pratica il Cantone di Maroni. Perquisizioni anche a casa dell’ex generale Walter Manzon, fino a tre anni fa comandante generale a Venezia e oggi numero uno della Finanza in Puglia. Non risultano al momento indagati. Ma il filone che coinvolge la Finanza diventa ogni giorno più inquietante. Anche per chi sta facendo le indagini.
Infine c’è un terzo filone. Riguarda il nuovo ospedale di Padova su cui, come risulta da alcune intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia, Giovanni Mazzacurati aveva messo gli occhi. Per questo nel 2012 e nel 2013, prima di essere arrestato, si stava muovendo per creare il «consenso politico al progetto». Da qui alcuni incontri con rappresentanze istituzionali, come una cena documentata con l'allora sindaco di Padova Flavio Zanonato a Le Calandre. Il costruttore Pio Savioli - arrestato nella prima tranche dell'inchie- sta nel luglio scorso - in una intercettazione telefonica definisce la cena «abbastanza importante» perché «il capo supremo mio (Mazzacurati, ndr) era un po’ scoglionato e invece è ritornato arzillo». Un incontro che al momento non ha avuto rilevanza per le indagini.
INCHIESTA | Mazzette per politici e magistrati
GIP | «Stipendiati per "oliare"»
IL VIDEO | La prima volta del Mose
Le fonti di prova sono accertamenti bancari, la scoperta di fondi neri su conti esteri, pedinamenti, intercettazioni ma soprattutto i verbali dei costruttori e dei responsabili del Consorzio Venezia Nuova, da Giovanni Mazzacurati, dominus e regista del sistema di tangenti basato sul principio ferreo che tutti hanno prezzo, dai politici a chi ha funzioni di controllo (magistrati e Guardia di finanza). Basta pagare.
Ma in attesa dei nuovi verbali, di nuove rivelazioni o, come dicono sia Orsoni che Galan respingendo ogni accusa, «di fare chiarezza», dalle circa 400 pagine della richiesta di custodia cautelare emergono già nuovi filoni di indagine. Il numero degli omissis nei verbali alimenta l’idea di prossimi sviluppi di indagine. Magari presso altre procure.
Il sistema Galan, ad esempio, fa già intravedere nuovi sviluppi. Per fare cassa in modo illecito e sfuggire ai controlli, entrava con prestanome nelle società che lavoravano all'interno del Consorzio Venezia Nuova incassando la percentuale sugli utili sui lavori per il Mose. L’ex governatore e uomo di punta di Forza Italia avrebbe così incassato circa 5 milioni di euro. Corrotti e corruttori in un solo corpo. L’ex segretaria di Galan Claudia Minutillo, detta anche la Dama nera, era diventata il vertice di un triangolo Galan-Chisso-Minutillo. In un interrogatorio Minutillo, dice che «Baita decise di assegnare delle quote di Adria infrastrutture a Galan e Chisso attraverso dei prestanome. Una attraverso la Pvp di Padova, che fa riferimento a Paolo Venuti, amico e uomo di Galan». Chisso aveva il 5 per cento di Adria e Galan il 7 per cento. La Finanza ha trovato tracce di investimenti in Croazia e in Indonesia.
I tre pm veneziani Ancillotto, Bucini e Tonino e la Guardia di finanza stanno tirando anche un altro filo dell’inchiesta, quello che porta dritto al ministero delle Finanze e a una parte precisa della Guardia di finanza. L’arresto del generale Emilio Spaziante (corruzione) e la richiesta di arresto (respinta dal gip) di Marco Milanese (ex della GdF prima dell’avventura politica e parlamentare nel Pdl accanto a Tremonti di cui è stato il consigliere politico) è una storia ancora tutta da scrivere.
Secondo la Minutillo, in particolare, l’ex ministro dell’economia sarebbe stato tra i destinatari delle somme raccolte da Giovanni Mazzacurati e in particolare di una supermazzetta da mezzo milione di euro.
A Spaziante al momento è contestata l’offerta di due milioni e mezzo di euro per congelare alcuni controlli sul CvN in corso proprio da parte dei suoi stessi uomini a Venezia. Milanese ne ha incassati 500 mila per aver liberato un finanziamento Cipe di 600 mila euro destinati al CvN e che era stato bloccato. Il punto è che sono stati perquisiti altri due alti ufficiali delle Fiamme Gialle. I finanzieri hanno bussato a casa di Mario Forchetti, generale di Corpo d’armata in congedo, che dalla primavera 2013 il governatore Roberto Maroni ha promosso controllore degli appalti in Lombardia, alla guida cioè del Comitato regionale per la trasparenza degli appalti. In pratica il Cantone di Maroni. Perquisizioni anche a casa dell’ex generale Walter Manzon, fino a tre anni fa comandante generale a Venezia e oggi numero uno della Finanza in Puglia. Non risultano al momento indagati. Ma il filone che coinvolge la Finanza diventa ogni giorno più inquietante. Anche per chi sta facendo le indagini.
Infine c’è un terzo filone. Riguarda il nuovo ospedale di Padova su cui, come risulta da alcune intercettazioni riportate nell’ordinanza di custodia, Giovanni Mazzacurati aveva messo gli occhi. Per questo nel 2012 e nel 2013, prima di essere arrestato, si stava muovendo per creare il «consenso politico al progetto». Da qui alcuni incontri con rappresentanze istituzionali, come una cena documentata con l'allora sindaco di Padova Flavio Zanonato a Le Calandre. Il costruttore Pio Savioli - arrestato nella prima tranche dell'inchie- sta nel luglio scorso - in una intercettazione telefonica definisce la cena «abbastanza importante» perché «il capo supremo mio (Mazzacurati, ndr) era un po’ scoglionato e invece è ritornato arzillo». Un incontro che al momento non ha avuto rilevanza per le indagini.
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