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mercoledì 23 maggio 2012

Grillo all'attacco dei conduttori tv, megafoni dei partiti. I grillini già si scagliano contro Pizzarotti: non hai vinto tu

da IL SOLE 24
Vinta la partita in una grande città come Parma nel Movimento 5 stelle si fanno subito gli esami di democrazia interna. Il primo focolaio da spegnere che anima i forum a cinque stelle interessa il neosindaco della città, Federico Pizzarotti. A partire dal blog del leader Beppe Grillo, i grillini contestano le frasi del dopo vittoria di Pizzarotti. Perché il neo sindaco non si è limitato a incassare gli auguri, ma ha anche affermato che «Grillo ha aperto una strada, ma a Parma hanno eletto noi». Se il comico genovese «vuole venire per un saluto - ha detto il sindaco - ci farà piacere. Comizi di ringraziamento no, porterebbero via tempo».

Gelo sul blog di Grillo 
Il gelo dei grillini trapela dal blog del fondatore del Movimento 5 stelle. Il sindaco in fondo «é solo un portavoce - sostiene Paolo - Quindi sbaglia a dire "ho vinto io", contraddice alla radice l'idea del M5S. Se davvero pensa di essere il sindaco nel senso classico del termine e non in quanto portavoce del M5S e dei cittadini di Parma, é fuori strada e mette tutti in difficoltà». Ma c'è chi è molto più diretto: «Caro Pizzarotti - scrive Alessandro - a Parma hanno vinto i cittadini. Non é la tua vittoria, devi essere riconoscente a vita dell'opportunità che ti ha dato Grillo, poiché lui é il promotore di tutto questo. Viva viva Grillo».

I conduttori tv mandano in video esponenti politici «alle ultime ore di vita» 
Intanto dall'attacco ai politici le invettive di Beppe Grillo si spostano nei salotti del talk show. Se ieri aveva dichiarato che il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani era «non morto (ma quasi)», oggi l'obiettivo del comico prestato alla politica, leader del Movimento 5 stelle, ha investito gli studi televisi colpendo non solo i giornalisti dei Tg, ma soprattutto con i conduttori dei talk show. Doppiamente colpevoli, per Beppe Grillo, per aver «trasformato in personaggi» alcuni esponenti politici, continuando a mandarli in video nonostante siano ormai «alle ultime ore di vita».

Estraniante guardare la tv 
«È sempre più estraniante - scrive Grillo sul suo blog - guardare cicciobombi e labbra turgide, megafoni dei partiti nelle televisioni nazionali, nei telegiornali, nei talk show. Provocano un senso di piccole cose di pessimo gusto, richiamano il profumo di fiori marci, l'odore pungente dei cespugli di bosso lungo i vialetti dei cimiteri. Le sagome che si agitano dietro lo schermo con l'estrema vitalitá che talvolta precede le ultime ore di vita rammentano il dodo, l'uccello estinto, o gli ultimi giapponesi che combattevano a guerra finita in qualche atollo del Pacifico dopo il 1945».

Giornalisti come pappagalli intervistano figure di secondo piano 
Secondo Grillo con «il loro lavoro di portavoci e anfitrioni», hanno «trasformato personaggi come Lupi, Formigoni, Alfano, Veltroni, Alemanno, Fini in giganti della politica. Li hanno tenuti in vita. In caso di difficoltá sono puntualmente accorsi, premurosi come crocerossine, a portargli la flebo. I partiti ora muoiono, cadono come foglie d'autunno. I conduttori sono animali domestici (pappagalli?) dimenticati dal padrone dopo un trasloco». Negli studi «spogli e tristi», «dove hanno manipolato per decenni l'opinione pubblica», i partiti «inviano figure di secondo piano, per fare presenza. I conduttori sono costretti a intervistarsi tra di loro, a scambiarsi opinioni di cui non frega niente a nessuno. Santoro intervista Lerner. La Annunziata intervista Santoro. La Gruber intervista Mieli. Hanno inventato l'informazione a ciclo chiuso».

Il programma di Grillo sull'informazione 
Ricorda alcuni punti del suo programma per l'informazione: nessun canale televisivo con copertura nazionale può essere posseduto a maggioranza da alcun soggetto privato, l'azionariato deve essere diffuso con proprietá massima del 10 per cento. Le frequenze televisive, poi, vanno assegnate attraverso un'asta pubblica ogni cinque anni, abolizione della legge del governo D'Alema che richiede un contributo dell'uno per cento sui ricavi agli assegnatari di frequenze televisive, vendita ad azionariato diffuso, con proprietá massima del 10%, di due canali televisivi pubblici, un solo canale televisivo pubblico, senza pubblicitá, informativo e culturale, indipendente dai partiti, abolizione della legge Gasparri.

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