Napolitano: non mi ricandido al Colle
QUIRINALE. Il presidente della Repubblica esclude seccamente l'ipotesi di un nuovo mandato. Ma il Professore insiste
Il capo dello Stato ricorda che saranno le Camere a scegliere il successore Consensi per una donna
Il capo dello Stato ricorda che saranno le Camere a scegliere il successore Consensi per una donna
ROMA A tre giorni dalle elezioni nessuno rinuncia ad indicare il preferito per il Quirinale. Tutti, o quasi, sottolineano quanto sarebbe bello vedere una donna presidente. E molti rilanciano anche Giorgio Napolitano, indicandolo come l'unico garante possibile delle riforme. «Nessun bis» per me, come già detto in più occasioni «in modo limpido e netto», è intervenuto però ieri lo stesso presidente della Repubblica. «Il presidente ha da tempo pubblicamente indicato le ragioni istituzionali e personali per cui non ritiene sia ipotizzabile una riproposizione del suo nome per la Presidenza della Repubblica», si legge in una nota che di fatto dovrebbe chiudere il balletto avviato sul suo nome. D'altronde il capo dello Stato era già stato molto chiaro sulle sue convinzioni in materia di doppio mandato: la «non rielezione» è sicuramente «l'alternativa che meglio si conforma al modello costituzionale di presidente della Repubblica», aveva detto poche settimane fa. La nota del Quirinale ricorda poi che spetta «al Parlamento in seduta comune con i rappresentanti delle Regioni eleggere un nuovo Presidente della Repubblica» e che «rispetto a ciò ogni ipotesi appare oggi prematura». Il settennato scade a metà maggio. Nel frattempo toccherà a Napolitano affrontare le burrasche post-elettorali e a designare il nuovo presidente del Consiglio. Intanto Napolitano conferma l'importante missione in Germania, dove, a 24 ore dalla chiusura delle urne, si recherà per una visita di Stato. Nonostante il «no» del capo dello Stato, Mario Monti continua però ad auspicarsi la riconferma di Napolitano al Colle. Se, invece, si parla di una donna come presidente della Repubblica, indica le tre ministre del suo governo Cancellieri, Fornero, Severino. Romano Prodi, uno dei più citati per il Quirinale, se l'è invece cavata con una battuta sibillina: «Io favorito nella corsa al Quirinale? I bookmaker inglesi sbagliano sempre...», ha replicato ai giornalisti. E il leader di Rivoluzione Civile, Antonio Ingroia, suggerisce un outsider, il costituzionalista Gustavo Zagrebelsky.
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