Faccia a faccia Berlusconi-Letta
Napolitano: "Serve continuità di governo". Ma l'ennesimo assalto giudiziario mina le larghe intese. In serata vertice a Palazzo Chgi. Il Cav pronto a dare un ultimatum a Letta: "Se non fa quanto concordato ci saranno delle conseguenze"
Napolitano: "Serve continuità di governo". Ma l'ennesimo assalto giudiziario mina le larghe intese. In serata vertice a Palazzo Chgi. Il Cav pronto a dare un ultimatum a Letta: "Se non fa quanto concordato ci saranno delle conseguenze"
"Sul governo decide il Pdl". Silvio Berlusconi tira dritto e, nonostante l'ennesimo attacco giudiziario mosso dal tribunale di Milano, guarda alle riforme da mettere in cantiere per far uscire il Paese dalla crisi economica.
Eppure, dopo la violenta condanna decisa ieri dalla magistratura meneghina, la pacificazione si fa sempre più lontana. Almeno per il momento l’incontro previsto per questa sera tra il premier Enrico Letta e il Cavaliere, che dovrebbe rientrare a Roma nella tarda mattinata, è confermato.
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"Vorrei che ci fosse un po' più di continuità nell’istituzione governo. In Italia abbiamo il record della fibrillazione politica". Intervenendo al Cnr, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è tornato a difendere le larghe intese e a blindare l'esecutivo: "Non passano due mesi dalla formazione di un governo che l’argomento delle discussioni diventa la prossima, incombente, imminente, o fatale crisi di governo". Da giorni Letta va in giro a dire che nelle prossime settimane il governo sarà sottoposto a continue fibrillazioni. Fibrillazioni che la sinistra vorrebbe attribuire al centrodestra, ma che a conti fatti vedono la magistratura milanese attivissima nel far saltare le larghe intese e far fuori il Pdl decapitandolo del leader. Proprio per questo, il coordinatore del Pdl Sandro Bondi ha sollecitato una presa di posizione pubblica chiara e politica da parte di Letta e del segretario del Pd Guglielmo Epifani: "Niente di ciò è ancora avvenuto, perché in Italia sono spariti veri politici e restano politici senza slancio e coraggio: epigoni di un estenuato doroteismo oppure eredi di un comunismo pavido e senza principi". Il peggio, però, deve ancora venire. Secondo il presidente Pdl della commissione Giustizia in Senato, Francesco Nitto Palma, quando saranno note le motivazioni le fibrillazioni della politica saranno, infatti, destinate ad aumentare. In realtà, la tenuta dell'esecutivo non dipende affatto dall'esito dei processi ma dalla capacità di Letta di portare a case le misure sottoscritte con il Pdl. "Il governo è nato per fare le cose che chiedono gli italiani - ha insistito Nitto Palma - se queste cose non si fanno noi non abbiamo ragioni per sostenere un governo che non fa. Con grande senso di responsabilità ci siamo messi al servizio della gente. E da quanto si fa o non si fa per questo dipende il nostro giudizio". Di sentenza in sentenza, di attacco in attacco, la pazienza del Cavaliere sembra essere davvero finita, anche nei confronti dell’esecutivo. "Nonostante mi sia impegnato a dar vita ad un governo di larghe intese - avrebbe detto ai suoi - la pacificazione non può esserci, perchè il disegno di certi pm è quello di mettermi in un angolo". Un ragionamento che l'ex premier ha intenzione di fare, senza tanti giri di parole, anche a Letta. Quando oggi i due leader si incontreranno a Palazzo Chigi Berlusconi dirà chiaramente a Letta che se non fa quanto concordato ci saranno delle conseguenze. Toni ultimativi che il Cavaliere ha intenzione di mettere in pratica se il governo non rispetterà i patti presi sui provvedimenti economici.
A questo punto la strategia è chiara. E forse non è un caso che l’ex capo del governo nella nota in cui ha condannato l’esito della sentenza abbia glissato sul governopreferendo affrontare la questione a quattr’occhi con Letta e circoscrivendo il campo solo al processo. "Non è solo una pagina di malagiustizia - è l’accusa di Berlusconi - è un’offesa a tutti quegli italiani che hanno creduto in me e hanno avuto fiducia nel mio impegno per il Paese. Ma io, ancora una volta, intendo resistere a questa persecuzione".
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