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venerdì 27 settembre 2013

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La Spagna torna all’ora di Londra

Con l’orario naturale la Spagna potrà guadagnare 90 minuti al giorno

Proposta approvata
in Commissione, abolita
la scelta di Franco nel ’42
MADRID
Via l’ora del dittatore Francisco Franco. La «Commissione parlamentare per la razionalizzazione dell’orario e la conciliazione della vita personale, familiare e lavorativa» ha approvato ieri un rapporto in cui propone al governo, tra l’altro, una vera e propria rivoluzione sociale: mollare il fuso orario attualmente vigente, quello dell’Europa Centrale e tornare a quello che si usava fino al 1942.  

In altre parole, mettere le lancette un’ora indietro e tornare al fuso vero della Piel de Toro, quello inglese di Greenwich, che le corrisponde per la sua posizione geografica, ossia l’Europeo Occidentale. Il 12 maggio del 1942 Franco decise di cambiare il fuso orario per compiacere il collega Adolf Hitler. Da allora, gli spagnoli vanno un’ora avanti del tempo solare in inverno e due d’estate per l’ora legale.  

«Viviamo con un jet-lag permanente, visto che l’ora solare non corrisponde a quella ufficiale. Per questo i nostri costumi sono tanto diversi dal resto degli europei», spiega Nuria Chincilla, direttrice del Centro internazionale lavoro e famiglia, una delle esperte che ha partecipato alla stesura del report della Commissione (nove mesi di lavori).  

La singolarità spagnola, mangiare tardissimo (pranzo alla 14-15, cena alle 21-22 ), spaccare in due la giornata lavorativa con pausa pranzo colossale (due ore in media), dormire verso mezzanotte, è dovuta a un fattore politico che ha profondamente segnato il Paese, a un’infausta decisione del Caudillo.  

Il cambiamento si riflette dappertutto, dal lavoro che comincia al più presto alle 9, al prime time televisivo che si allarga fino alla 23,30, dal telegiornale statale che comincia alle 15 alla merenda che si fa alle 19, ai negozi che chiudono i battenti alle 21 ( i centri commerciali alle 22), agli studenti che vanno a scuola alle 9. E ai locali che aprono all’una di notte. 

«La strana organizzazione dell’orario spagnolo, che non ha paragoni con alcun altro Paese, non ha origini geografiche, climatologiche (nel limitrofo e caliente Portogallo si pranza alle 13 e alle 19, ndr), ma è frutto di una curiosa circostanza storica - dice il report della Commissione -. E a questa anomalia si unisce un’organizzazione del lavoro, singolare pure questa, che è unica rispetto al resto dell’Europa e dell’Occidente. Cominciando tardi la mattina, alle 9, allargando la mattina fino alle 14, con una lunga pausa per pranzare, la giornata lavorativa finisce tardi e limita la disponibilità di tempo libero». Dati alla mano, gli spagnoli escono dal lavoro due ore più tardi rispetto agli altri europei, che impiegano tra i 30 e i 60 minuti per la pausa pranzo e dormono un’ora in meno. «Con il ritorno al fuso orario originale, guadagneremo 90 minuti al giorno per il nostro tempo libero», assicura poi Chinchilla.  

Non solo. Tornare al fuso di Greenwich fa bene anche alla salute. «Tornerebbero a coincidere gli orari dei pasti con l’orologio biologico, determinato dai cicli di luce ed oscurità naturali», precisa l’endocrinologa Susana Moreno. E la movida? Quella rimarrà anche con la convergenza oraria: «Spain is different». 

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