La storia di Giuseppe Saggese, 52 anni, al centro dell'inchiesta del tribunale di Chiavari con l'accusa di peculato, comincia ben lontano dalla Riviera Ligure: a Taranto, città in cui il padre era pretore. Proprio il mestiere del genitore, trasferito nel Tigullio a svolgere il suo incarico di magistrato, ha condotto Saggese bambino a Recco, dove tuttora risiede.

In seguito, il cinquantaduenne di origini pugliesi si è occupato di fiscalità. E proprio la dimestichezza con le materie fiscali ha consentito a Saggese, secondo i pm, di mettere insieme un complicato sistema di scatole cinesi che gli ha consentito di occultare, senza mai un controllo, i denari provenienti da circa 400 Comuni italiani, in tutta Italia.

Le inchieste relative alla società gestita, di fatto, da Saggese, la Tributi Italia spa (fallita nel 2011), sono iniziate nel 2009, in diverse procure italiane, alle quali i Comuni si erano rivolti. I faldoni sono, poi, confluiti, per competenza territoriale, presso quella di Chiavari visto che la società aveva sede lì, e i magistrati chiavaresi hanno proceduto con i provvedimenti restrittivi.