«Stop al pagamento dell'Imu sulla prima casa»
Corsa contro il tempo, rischio caos con i Comuni
La scadenza del 17 giugno per il primo acconto: Caf in preallarme. Risparmio medio per famiglia di 255 euro
(Fotogramma)
«Stop ai pagamenti dell'Imu di giugno». La frase risuona in una Camera dei Deputati rigonfia di attesa per il discorso con il quale il premier in pectore, Enrico Letta, chiede la fiducia per far partire il nuovo governo. La dichiarazione raccoglie l'applauso convinto (e unanime) di Montecitorio e si basa sulla volontà di rivedere «la tassazione fiscale sulla prima casa» attraverso una riforma complessiva del sistema di imposte. D'altronde la "quadra" di questo governo di larghe intese (Pd, Scelta Civica, Pdl) è stata trovata anche sulla volontà di ridurre il peso dell'imposta municipale che ha gravato su tutti i contribuenti per un montante complessivo da 24 miliardi di euro che hanno consentito alla casse dello Stato di respirare. Ora il dietrofront ipotizzato da Enrico Letta, ma vediamo quali sono gli interrogativi (anche burocratici) e gli adempimenti attesi.
IL CONTO ALLA ROVESCIA - D'altronde il conto alla rovescia era già scattato. La data segnata in rosso nel calendario è quella del prossimo 17 giugno, la scadenza fissata per il pagamento dell'imposta municipale da parte di tutti i contribuenti. I tempi erano già stringenti perché i Comuni, erano alle prese con un'altra scadenza: quella del 16 maggio per modificare le aliquote con cui calcolare l'acconto. I Caf (i centri di assistenza fiscale) erano già in preallarme dopo questo inatteso ritardo dei municipi. Ora questo stop al pagamento significa in senso strettamente tecnico la necessità di un decreto legge urgente - forse il primo provvedimento del nuovo esecutivo - che comporterà lo stop ai pagamenti dell'imposta municipale sulla prima casa. Questa ipotesi rischia di creare un'impasse organizzativa, perché la macchina per la compilazione delle dichiarazioni dei redditi è già partita da un pezzo e ora bisognerà comunicare in un tempo rapidissimo gli eventuali cambiamenti.
LA PRIMA CASA - Ma quanto vale questo rinvio per le famiglie? L'anno scorso la rata media è stata di 255 euro. Ad ogni modo la precisazione sulla prima casa è determinante, perché è considerata quale abitazione principale (quindi una sola a nucleo familiare): si paga in tre rate per attutirne l'esborso (la prima a giugno, la seconda a settembre, la terza a dicembre) e ha generato un gettito pari a quattro miliardi di euro. Per la seconda casa e tutti gli altri immobili diversi dall'abitazione principale, le modalità sono ancora analoghe a quelle dell'Ici, cioè in due sole rate. Eppure al netto delle formalità burocratiche resta il rischio-caos. L'anno scorso - il primo con la nuova imposta municipale - pagare l’Imu fu esercizio complicato. Tanto che solo a poche ore dalla scadenza del saldo il ministero del Tesoro emanò una risoluzione per chiarire alcuni dubbi che avevano creato non pochi problemi. Ora lo scenario che si profila è ancora più caotico, ma magari ne gioverà il portafoglio.
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