Youtube, arrivano i canali a pagamento
Al via con 50 sezioni tematiche: gli abbonamenti partiranno da 1,99 dollari al mese
RIVOLUZIONE VIDEO - Si tratta di una vera e propria rivoluzione per la piattaforma di proprietà di Google e di un'ulteriore indicazione della direzione che i produttori di contenuti stanno prendendo in Rete: quella della diffusione del materiale a pagamento. In principio è stata l'industria discografia, proprio una settimana fa iTunes ha spento dieci candeline; seguita più recentemente dall'editoria giornalistica, il New York Times ha ottenuto in un anno 450mila sottoscrizioni. Con i suoi nuovi canali Youtube andrà a giocarsela sul campo presidiato dai servizi di streaming a pagamento come Hulu o Netflix, colossi da milioni di abbonati che non sono (ancora) disponibili in Italia. Non si conoscono i partner che hanno sposato all'iniziativa. Contattato da Corriere.it, un portavoce di Google non si è sbilanciato sulla questione: "Al momento non abbiamo nulla da annunciare, tuttavia stiamo creando un sistema di sottoscrizioni ai canali a pagamento che potrebbe offrire ai nostri utenti ancora più contenuti su Youtube e a chi crea contenuti un'ulteriore fonte di entrate, in aggiunta ai modelli che già offriamo, basati sulla pubblicità e sul noleggio". Entro i nostri confini Youtube collabora già in un'ottica di veicolazione gratuita e supportata dalle sponsorizzazioni con diverse realtà come Rai, La7 e Cielo. Le pay tv Sky e Mediaset Premium hanno invece già autonomamente riversato online l'offerta televisiva dedicata ai loro abbonati. Con il modello di business attuale, Youtube si candida a chiudere il 2013 con entrate pari a 2 miliardi di dollari. La previsione è dell'analista di Pivotal Research Brian Wieser. Nei prossimi anni, secondo Bernstein Research, i ricavi potrebbero superare quota 15 miliardi, allineandosi a giganti come CBS e Viacom.
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