Governo, il Pdl vota la sfiducia. Via in 23
Bondi: «Fallirete, l’unico risultato è spaccare il nostro partito»
Silvio Berlusconi al Senato (Ansa)
Il gruppo del Pdl al Senato dice «no» al governo Letta, senza scongiurare la spaccatura del partito. La decisione sulla sfiducia arriva, attraverso una votazione, da un convulso vertice tra Silvio Berlusconi e i parlamentari del Pdl, dopo il discorso di Enrico Letta a Palazzo Madama. «Voi fallirete, avete avuto come unico risultato quello di spaccare il Pdl, noi non assisteremo a questa umiliazione del nostro partito, di Berlusconi e dell’Italia» annuncia in Aula il senatore Sandro Bondi. Almeno ventitré dissidenti del Pdl - un numero che basta a Letta per la fiducia - avevano già annunciato il sì al governo. Un numero che basta a Letta per la fiducia.
IL PARTITO - Nelle prime ore della mattinata, Berlusconi aveva lasciato ipotizzare una possibile apertura alla fiducia dicendo ai giornalisti: «Vediamo che succede... Sentiamo il discorso di Letta e poi decidiamo». Apertura che, però, ha poi compreso che non gli sarebbe bastata a scongiurare la spaccatura del suo partito, visto che - proprio mentre era in corso il vertice - i dissidenti hanno lasciato intendere che avrebbero dato vita, comunque, a un gruppo autonomo. «Se il Pdl decidesse di votare la fiducia, sarebbe una scelta francamente tardiva, per cui noi valuteremo il da farsi e probabilmente decideremo comunque di dare vita a gruppi parlamentari autonomi» aveva detto Roberto Formigoni.
I NUMERI - Pd e Scelta civica partono da 137 voti (107 senatori Pd, 20 di Scelta civica e 10 delle Autonomie). La maggioranza necessaria per la conferma dell’esecutivo è di 160-161 sì, considerando anche i cinque senatori a vita. 23 esponenti del Pdl pronti a votare per Letta. Tra i senatori del Pd c’è grande prudenza. «Siamo sul filo», ha spiegato uno di loro.
IL VERTICE - «Eravamo una sessantina» alla riunione dei parlamentari Pdl con Berlusconi, ricostruisce Maria Stella Gelmini. «La stragrande maggioranza era per la sfiducia, alcuni erano per uscire dall’Aula, ma nessuno era per votare la fiducia», aggiunge.
Fiducia a Letta, la giornata di Berlusconi
SCENARI - «Non muoio neanche se mi ammazzano». Con queste parole, mutuate da Guareschi, si era aperta la giornata politica sul fronte berlusconiano. Il Cavaliere le ha pronunciate in un’intervista rilasciata a «Panorama». Nell’ambito dello stesso intervento, Berlusconi ha anche parlato della possibile alleanza tra Pd e transfughi Pdl, aggiungendo che sarebbe «talmente indecorosa e avvilente che si scontrerebbe con una ripulsa popolare» e che Napolitano «non darebbe mai l’avallo a un simile esperimento».
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