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mercoledì 2 ottobre 2013

http://www.corriere.it/-Esplora il significato del termine: NUOVA RIVALE PER WHATSAPP Chad2Win, l’app che ti paga (in cambio di spot) Arriva in Italia l’applicazione di messaggistica che premia l’utente con il 30% degli incassi pubblicitari. Fino a 25 euro al meseNUOVA RIVALE PER WHATSAPP Chad2Win, l’app che ti paga (in cambio di spot) Arriva in Italia l’applicazione di messaggistica che premia l’utente con il 30% degli incassi pubblicitari. Fino a 25 euro al mese

Chad2Win, l’app che ti paga (in cambio di spot)

Arriva in Italia l’applicazione di messaggistica che premia l’utente con il 30% degli incassi pubblicitari. Fino a 25 euro al mese

Il logo di Chad2WinIl logo di Chad2Win
MILANO - Il settore, per quanto innovativo, è già affollato. Gli spagnoli di Chad2Win provano a farsi spazio con un nuovo modello di business e utilizzo: l’applicazione di messaggistica istantanea sbarcata oggi a Milano contiene messaggi pubblicitari che promettono un guadagno anche per l’utente. Il funzionamento è semplice. Una volta scaricata gratuitamente su dispositivi iOs e Android, Windows Phone non è ancora della partita, l’app consente di inviare messaggi di testo o contenenti fotografie e video appoggiandosi alla Rete. A differenza di WhatsApp, WeChat e Line, le tre alternative più note e in cui non sono presenti sponsorizzazioni, una volta iniziata la conversazione fa capolino un banner nella parte alta dello schermo. L’utente può decidere se ignorarlo o aprire il video o la pagina pubblicitaria associata. Senza, nel caso in cui si lasci incuriosire, che l’interlocutore sia coinvolto e che lo spazio di conversazione venga chiuso. Fino a qui niente di particolare: la statunitense WhatsApp dopo un paio di anni di onorato servizio pro bono ha deciso di introdurre un piccolo canone annuale per fare cassa e le orientali WeChat e Line puntano sui guadagni legati alla vendita di funzioni aggiuntive, come gli sticker, e hanno alle spalle strutture in grado di foraggiarne la diffusione gratuita. Chad2Win ha scelto la pubblicità. E di pagare agli utenti il disturbo.

“Il 30% di quanto la società intasca dagli investitori”, come ha spiegato in occasione della presentazione del servizio il direttore generale per l’Italia Guillermo Cardona, “viene ripartito fra gli utenti”. Come? L’assegnazione degli introiti è regolata da un algoritmo che calcola quanto viene utilizzata l’app, il numero di contatti e il numero di messaggi inviati. Più sei attivo, più guadagni. In nessun modo, ha assicurato Cardona, “interviene l’effettiva visualizzazione degli spot”. Si possono quindi ignorare senza rimanere tagliati fuori dal sistema di remunerazione.

Non si sta parlando ovviamente di cifre pazzesche. Gli spagnoli fanno riferimento a un picco di 25 euro al mese, che al target maggiormente avvezzo a questo soluzioni - gli adolescenti - non dispiacerà affatto. Il guadagno potrà essere indirizzato a conti bancari o Paypal o destinato a un ente benefico. I messaggi pubblicitari saranno mirati: Cardona, tirando l’acqua al suo mulino, parla delle informazioni che community di questo genere raccolgono sugli utilizzatori come un vantaggio per gli utilizzatori stessi. “Profilando gli utenti possiamo mandare loro sponsorizzazioni che incontrano i loro gusti e interessi”, spiega.

Per indirizzare al meglio la comunicazione al termine di ogni mese vengono poste tre domande. Al momento del download, quelle di partenza sono relative a età, sesso e (eventuali) figli. Lato inserzionisti, per non disperdere l’investimento si offre un contratto per visualizzazione. Il marchio pagherà a Chad2Win soltanto le volte effettive in cui il suo spot è stato visto interamente.

In Italia sono già salite sul carrozzone CheBanca, Emp Italia, Wwf, Solvay e Tenderly. In Spagna, dove gli utilizzatori dell’app hanno già superato quota 300mila, si registra l’adesione di nomi del calibro di Ferrero, Unilever e Volkswagen. L’appetibilità per chi vuole mettere un piede nelle comunicazioni quotidiane fra i possessori di smartphone è effettivamente indubbia. L’incognita è la reazione degli utenti. Da un lato, come ha sottolineato Cardona, si può contare sulla chiarezza iniziale: “Se WhatsApp aggiungesse adesso la pubblicità sarebbe difficile da digerire (e l’inserimento del pagamento in corsa lo è stato, nda). Noi partiamo già in questo modo”. Dall’altro, la presenza delle sponsorizzazioni e soprattutto il fatto che si punti molto su questo aspetto per promuovere l’app potrebbe diventare un deterrente.

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