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mercoledì 2 ottobre 2013

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Alitalia, appello di Letta alle banche

ANSA

Il governo in campo per salvare
la compagnia dal rischio default.
Il premier: serve sforzo di sistema.
Zanonato: c’è grande disponibilità
Il Governo scende in campo per salvare Alitalia dal rischio default. Il premier Enrico Letta, nonostante la delicata situazione politica, ha riunito insieme i vertici della compagnia, le banche e i fornitori, per chiedere uno sforzo di sistema che eviti che la situazione di cassa precipiti. Con un pressing particolare sulle banche, alle quali vengono chiesti oltre 300 milioni (la liquidità necessaria indicata dal piano industriale). Il tempo infatti stringe: dopo il `no´ dei francesi all’aumento di capitale da 150 milioni, giovedì tornerà a riunirsi il cda, in vista dell’assemblea dei soci del 14 ottobre che dovrà varato l’operazione. 

A Palazzo Chigi si sono riuniti in mattinata intorno allo stesso tavolo il Governo (oltre a Letta, i ministri Lupi e Zanonato e il sottosegretario alla presidenza Patroni Griffi), i vertici di Alitalia (l’ad Gabriele del Torchio e il presidente Roberto Colaninno) ma anche rappresentanti di Adr, Eni, Atlantia, l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni, il dg di Intesa Gaetano Micciché, l’ad di Sace Alessandro Castellano. 

Dall’incontro è emersa «la disponibilità delle banche ad accogliere l’appello di Letta, abbiamo trovato un grande spirito di disponibilità», ha assicurato Zanonato, spiegando che si sta «cercando di trovare una soluzione per superare la fase di difficoltà finanziaria e per attivare il piano di risanamento di Del Torchio». Dopodiché «bisognerà trovare un partner». 

Un secondo round del tavolo si è poi tenuto nel pomeriggio. Al termine, Palazzo Chigi ha spiegato che «discutendo con spirito costruttivo» il tavolo ha affrontato «diverse ipotesi» in campo per far fronte alla «situazione di difficoltà» della compagnia. Il confronto non si è esaurito con il doppio incontro nella sede della Presidenza del Consiglio: resta aperto, «in considerazione della situazione politica» il tavolo tornerà a riunirsi a inizio della prossima settimana. 

A chiedere l’intervento del Governo su Alitalia sono stati nei giorni scorsi i sindacati e la politica. Preoccupati dallo stato di salute della compagnia, che nei primi sei mesi dell’anno ha accumulato una perdita di quasi 300 milioni di euro e si trova in cassa una liquidità di appena 128 milioni. E mentre chiedono di essere convocati dal Governo anche i sindacati, oggi un appello all’Esecutivo è arrivato anche da uno dei maggiori azionisti, Gilberto Benetton (che possiede l’8,9% tramite Atlantia): «il pericolo è che l’Italia diventi una regione», avverte Benetton, che chiede al Governo di «prendere le redini in mano e sedersi al tavolo con Air France». All’imprenditore veneto il partner francese va benissimo, «ma bisogna vedere le condizioni»: mentre per quanto riguarda altri partner come Aeroflot o Etihad, «non mi risultano». E si allontana anche l’ipotesi dell’ingresso di un’altra compagnia del Golfo, Emirates: il suo presidente Tim Clark assicura che ora l’aerolinea di Dubai non ha il progetto di comprare Alitalia 

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