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martedì 5 marzo 2013

http://lastampa.it-Napolitano chiede a Monti di consultare anche Grillo


Napolitano chiede a Monti
di consultare anche Grillo

Il Colle ha favorito l’iniziativa per ”individuare elementi di consenso”

Il premier scrive ai leader sull’Europa: “Discutiamo
la posizione italiana”
ANTONELLA RAMPINO
ROMA
«All’Onorevole Silvio Berlusconi, all’Onorevole Pier Luigi Bersani, al Signor Beppe Grillo». Con questa intestazione, è partita ieri sera la lettera con la quale Mario Monti propone ai tre non-vincitori delle elezioni un incontro. È Giorgio Napolitano che ha suggerito quell’iniziativa - come riconosce lo stesso premier nella lettera. Il tutto «per consentire di individuare elementi di consenso, accanto a possibili divergenze, sulle tematiche del prossimo Consiglio europeo». Si vedrà come risponderà Beppe Grillo. Tuttavia, in una fase talmente delicata che ieri sera il Quirinale smentiva ufficialmente qualsivoglia «contatto informale» di Napolitano con esponenti politici - a cominciare da Romano Prodi con il quale sarebbe stata in agenda una telefonata sul Mali, visto che l’ex presidente del Consiglio è incaricato speciale dell’Onu per il Sahel - qualche spiraglio sembrerebbe aprirsi.  

Ma la lettera con la quale Mario Monti ha invitato a colloquio «il signor Beppe Grillo» è il tassello di una tela, di cui si intravede appena l’ordito, che prende le mosse da quel «ho visto in Napolitano il mio presidente» con il quale il leader dei Cinque Stelle ha salutato la difesa da parte di Napolitano dell’onore dell’Italia contro il competitore di Angela Merkel al cancellierato, quello Steinbrueck che nei giorni scorsi aveva definito «clown» Grillo, oltre che Berlusconi. L’invito di Monti è stato formalizzato poco dopo un’interessante dichiarazione del futuro presidente di gruppo in Senato dei grillini, Vito Crimi, «del governo si occuperà Napolitano». Come dire che i grillini, che rifiutano il sostegno a governi guidati da personalità politiche, da rappresentanti di partito vissuti come «la casta», potrebbero forse dare il via libera a un «governo del presidente»? Forse è presto per dare una risposta, ma di certo quella dichiarazione ha mandato in fibrillazione il Pd. Bersani vorrebbe un incarico pieno: forte dei suoi 460 parlamentari, vorrebbe presentarsi in Parlamento e verificare sul campo - in Senato, dove il Pd non ha la maggioranza - se sulla base dei suoi 8 punti di programma di governo trova la convergenza, e il voto di fiducia, dei Cinque Stelle. Un governo di minoranza, insomma, che non metterebbe l’Italia al riparo sui mercati finanziari. Giorgio Napolitano - secondo la ricostruzione di alcune fonti  
parlamentari - sarebbe invece propenso a un mandato esplorativo. La differenza è semplice: un presidente del Consiglio incaricato scalzerebbe Monti, ancora a Palazzo Chigi per il disbrigo degli affari correnti, anche se non ottiene la fiducia. Mentre un mandato esplorativo lascerebbe la possibilità, se fosse verificato che non vi sono le condizioni per la fiducia anche in Senato, a un’altra soluzione. A un governo di scopo - «del presidente» perché soluzione architettata proprio da Napolitano- guidato da una personalità super partes, come ad esempio (è un nome che potrebbe non essere sgradito all’M5S) Annamaria Cancellieri. 

Napolitano ha già detto che bene sarebbe non fare congetture. Di sicuro, tra le tante ipotesi che circolano e che non a caso trapelano dal Pdl e da alcuni settori del Pd, ce n’è una più inimmaginabile delle altre: che, espletati e andati a vuoto tutti i tentativi, Napolitano stesso possa dare le dimissioni, in modo da arrivare anticipatamente alla nomina del suo successore perché sciolga le Camere e si approdi al più presto a nuove elezioni. Lo stesso Napolitano ha lasciato intendere, da Berlino, che considererebbe l’ipotesi di nuove elezioni una jattura. E l’ipotesi non corrisponde al carattere di chi già «ha salvato l’euro», come ha detto ieri Martin Schultz, lasciando intendere che questo toccherà a Giorgio Napolitano di fare, ancora una volta. Riuscendo a dare stabilità all’Italia, e all'Europa. 

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