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martedì 1 ottobre 2013

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New York, aree di sosta per messaggiare:
sulle autostrade spuntano i "text stop"

Parte l'iniziativa lanciata dal governatore Andrew Cuomo nello stato della Grande Mela: 91 zone chiaramente contrassegnate da cartelli dove poter inviare sms, postare su Facebook o cinguettii su Twitter. E in Italia uno su sei chatta alla guidadi SIMONE COSIMI

DA ALBANY a Livingtston, da Jefferson a Orange passando per decine di altre città toccate dalle austostrade nello stato di New York. È in quei tratti che stanno fioccando le aree di sosta per messaggiare: sms, post su Facebook, cinguettii su Twitter, risposte a conversazioni che si dipanano per ore, se non giorni, o magari non finiscono mai. Ma a volte basta solo l'ansia, ormai patologica, di controllare con cadenza regolare l'attività sui propri profili, in ossequio alla sindrome dell'emarginazione digitale, la 'Fomo'. Si chiamano "texting zone", al momento sono 91 e sono state annunciate in pompa magna dal governatore dello stato di New York, Andrew Cuomo: "Continuiamo a utilizzare ogni strumento a nostra disposizione per combattere il fenomeno di chi messaggia mentre guida - ha detto - con questo nuovo sforzo inviamo un chiaro messaggio ai conducenti. Non c'è più alcuna scusa per togliere le mani dal volante e gli occhi dalla strada. Il vostro nuovo messaggio può aspettare fino alla prossima 'text zone'".

Un passo originale, la cui efficacia è però tutta da verificare: in fondo le aree in questione, che pure potranno essere arricchite magari di "power station" e colonnine di ricarica in stile aeroportuale, sono i parcheggi e le zone già previste per staccare un po' durante la guida. Quelle dove gli automobilisti schiacciano un pisolino o inscenano un pic-nic. Tuttavia la campagna ha un'evidente finalità di sensibilizzazione: nessun ticchettio sulla tastiera o sullo schermo può essere così importante da mettere a rischio la vita o procurarci gravi conseguenze legali. "Cerchiamo sempre nuovi metodi per rendere più sicure le autostrade - ha fatto eco al governatore Thomas Madison - e l'iniziativa dei 'text stop' è eccellente per mantenere in contatto i conducenti sottolineando nello stesso tempo il pericolo di usare dispositivi mobili mentre si guida".

I numeri, nello stato di New York, sono d'altronde impietosi. Nel giro di un anno, fra l'estate scorsa e quella appena trascorsa, si è registrato un incremento del 365 per cento di incidenti. Solo negli ultimi mesi la New York State Police ha dovuto gestire oltre 21mila incidenti contro i poco più di 5mila del 2012. Un'epidemia da Whatsapp & co: "Gli incidenti provocati dall'uso dei device stretto in una mano sono del tutto evitabili - ha spiegato Jospeh D'Amico, dirigente della polizia newyorchese - ecco perché continueremo a colpire chi persegue in queste pericolose attività".

In Europa, e anche in Italia, purtroppo non va meglio: secondo uno studio Ford dello scorso anno il 48 per cento dei cittadini del vecchio continente legge gli sms mentre è alla guida, nonostante la quasi totalità (95 per cento) ne riconosca la pericolosità. Non basta: la maglia nera va proprio agli italiani. Uno su sei chatta e messaggia mentre è in macchina: dietro i russi (55 per cento), francesi e tedeschi (49 per cento). I più prudenti? Spagnoli e inglesi. Chissà che l'ultimo documentario-shock del tedesco Werner Herzog, intitolato "From one second to the next" e dedicato proprio ai pericoli di scrivere sms alla guida, possa cambiare qualcosa nella percezione del problema.

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